Blog indipendente di critica sugli artifizi semantici del regime. Fino a che significherà qualcosa, l’autore invoca la protezione dell’art. 21 della Costituzione Italiana.
Questo post ha un problema-premessa drammatica? Se il dito della mano che indica la luna – quello che i covidioti fissano da due anni – fosse invisibile, per accorgersi della sua esistenza dove dovremmo infilarci il dito stesso?
Credo la chiamasse l’antibiblioteca e si riferisse ai volumi non letti della libreria, e inoltre sostenesse che fossero di gran lunga più importanti di quelli che aveva effettivamente letto. E ne aveva letti tanti. Umberto Eco intendeva dire che sapere di non avere tutte le informazioni su un tema è anch’essa un’informazione, e di grandissima rilevanza. Suona come un’aporia, come parecchie cose da due anni in qua, ma quello che sai di non sapere è infinitamente più importante di quello che non sai e basta. Quello che sai di non sapere ti permette di dubitare, verso te stesso e verso l’esterno, mantiene desta la volontà di acquisire ulteriori informazioni, stabilire connessioni logiche e/o di causa-effetto e costruire una visione di insieme su una situazione. Quello che sai di non sapere è alla base del dubbio, che è alla base del pensiero critico, che è alla base del pensiero scientifico ecc. ecc.
Interpretare una situazione su una base parziale di elementi, magari selezionati da qualcuno e forniti in modalità capziosa, ad esempio decontestualizzati, oppure incancreniti in un solo punto di vista, o forniti in tempi e modi e quantità ipertrofiche, in una specie di “modalità push” cognitiva, è un’operazione al di sopra delle possibilità del popolo con il maggior tasso di analfabetismo funzionale d’Europa. Esattamente come state pensando ora: ci tengono in scacco tutti grazie all’ignoranza di quelli che credono di sapere tutto quello che c’è da sapere e che usano quelle espressioni apodittiche ormai familiari tipo: “la gente muore”, “siamo in una pandemia”, “le regole sono le regole”, e via discorrendo.
Quando uno di questi analfabeti funzionali rigetta l’esistenza delle cose che non sa, con il conseguente sviluppo della rete logica e critica, si getta mani legate in quella “stupidità” sociale di regime e, a livello personale, in uno stato di dissonanza cognitiva che mi ricorda il modo in cui il mio motorino Ciao grippava negli anni ’90.
Non volere sapere, e quindi riflettere, sugli enormi interessi economici e i conflitti di interessi sottostanti a questa situazione è rinunciare a capire, non sforzarsi di contestualizzare informazioni, ignorare di approfondire una notizia, rigettare altre fonti, rimanere sulla superficie di una messe di dati, sono le sfaccettature di un atteggiamento fideista verso la realtà, la percezione attesa e ottusa di una comunicazione persuasiva e ottundente. La mano invisibile che ci tiene tutti per le palle.
Questo genere di istupidimento funziona proprio così, è un’ignoranza complice che non sa di essere complice, una conoscenza essoterica che viene rimessa dalla comunità, per pigrizia ed eccessiva complessità, ai “tecnici”, agli “esperti”, ai “migliori”, ridiventando esoterica in modo farlocco. Mi vengono in mente subito parecchi esempi.
Il più recente è quello sulla comprensione della Costituzione. Il “grippato” italiano medio, in occasione della rielezione di Mattarello, e in piccata e argomentata risposta a coloro che si sono permessi, seppure con umiltà, di rilevare un profilo incostituzionale, sono stati azzittiti con “nessun articolo della Costituzione dice che non si può rieleggere lo stesso PdR”. Che è vero, in nessun articolo c’è scritto “non rieleggete due volte lo stesso tipo come presidente”, c’è scritto “il presidente va eletto ogni 7 anni”.
Qual è l’informazione che il grippato medio non coglie e per cui sono riusciti a infilarci la Costituzione su per il culo? È lì, nel testo, e nel contesto, nella funzione del messaggio e nelle intenzioni di chi l’ha composto: i padri costituenti stavano mettendo a punto un sistema di pesi e contrappesi, fatto di divisione delle competenze, ripartizione dei poteri, limiti temporali e giurisdizioni, atto a impedire che un nuovo Mussolini potesse accentrare su di sé una quota troppo grande e troppo permanente di potere. Si chiama dittatura. È questo che avevano in mente i costituenti quando hanno messo un tetto di 7 anni al mandato del PdR: garantire l’avvicendamento e la pluralità. Quando scrivete “la Costituzione non lo impedisce perché non c’è un divieto chiaro” state di nuovo dimostrando di non aver capito un cazzo del testo.
Un altro bello è quello dei dati e di come questi “grippati” riescono a farseli leggere dentro la propria testa e pensare che siano il proprio onesto dialogo interiore. Da due anni ogni sera ci dicono che sono morte n persone di covid: ce ne fosse uno che si sia preso la briga di controllare quante persone morivano ogni giorno quando il covid non c’era. Non è difficile, direte voi, e sono d’accordo. Infatti non è stato difficile: è bastato prendere il “libro” non letto dell’Istat, trovare la mortalità annua e dividere per 365. Ogni giorno in Italia muoiono tra le 1800 e le 2000 persone, e i morti n di covid fanno parte di quel numero, e ne hanno fatto parte sia nel 2020 che nel 2021: non sono morte 1800-2000 + n persone, bensì 1800-2000 e basta, come al solito. Sono sempre quelle.
E poi c’è il modo in cui vengono accolte le dichiarazioni pubbliche di chicchessia. Solo una cosa c’è da prendere in considerazione quando una figura pubblica dice qualcosa, una cazzo!, ci riuscirebbe anche un gasteropode: chi sta dicendo quello che sta dicendo ha qualche interesse a dire quello che sta dicendo? Basta, tutto qui.
Se chi ti dice di vaccinarti è pagato da Pfizer, ti verrà il dubbio che forse non te la racconti tutta? Se chi attua le politiche economiche ha sempre lavorato per i gruppi finanziari globali, potrai pensare che forse non sei in cima ai suoi pensieri? Saper distinguere un conflitto di interessi è il corso 101 di esistenza civica, come cazzo fai a non capirlo? Ci credo che poi questi grippati votano PD o usano un lasciapassare discriminatorio come l’ultimo Fritz nazionalsocialista.
Ma la mia mossa Dunning-Kruger preferita è quella di chi ti dice “se non avessimo fatto così, ora saremmo molto peggio”, declinabile a piacere in “se non avessimo fatto il lockdown sarebbero morte milioni di persone”, “se non avessimo portato le mascherine avremmo avuto molti più contagiati”, “se non ci fosse il vaccino saremmo ancora nei guai”, “con il green pass abbiamo salvato numero a caso di persone” ecc. ecc. Se in una discussione opponi come argomento le ipotetiche conseguenze di un corso di eventi alternativo, almeno assicurati che sia veramente ipotetico, eccheccazzo! Una cosa è immaginare cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto la guerra (e comunque si chiama distopia, esiste in letteratura da secoli ed è in uno di quei libri che non hai ancora letto, evidentemente) e un’altra è chiedersi cosa invece sarebbe successo se l’avessero vinta gli Alleati.
Ci sei?
Se dici “senza mascherine avremmo avuto più contagi” magari controlla che non esistano paesi in cui la mascherina non l’hanno mai usata e se abbiano avuto più o meno contagi, no?
Se sostieni che siamo usciti dalla pandemia grazie ai vaccini, magari verifica che non ci siano posti in cui ne siano usciti senza i vaccini, no?
Se affermi che se non avessimo fatto i lockdown sarebbero morte molte più persone, dovrai almeno sapere quante ne sono morte dove non hanno fatto i lockdown, no?
Trarre le conseguenze di quello che non si sa, o almeno averne una consapevolezza, è l’anticorpo del pensiero contro il virus della manipolazione. Lo stato di dissonanza cognitiva in cui si dibattono milioni di italiani è il sintomo più autentico che indica la vera natura dell’epidemia: narrativa.
E il disagio, lo stress e il disordine che provano alcuni di questi italiani è come la febbre, che era e deve tornare ad essere non un segnale d’allarme ma la risposta difensiva del nostro sistema a un agente patogeno. Perché se a noi ci tiene per le palle la stessa mano che a voi risulta invisibile, il dito dovreste sentirlo lo stesso, come lo sentiamo noi.
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