Atti di accusa e campagne di critica e opposizione particolarmente sentite a livello personale.
Se non servisse a pagare cose e servizi? Se ci sbagliassimo sulla sua funzione? Se il denaro non fosse solo un tagliando di debito convenuto con un valore simbolico per le nostre transazioni? Se non fosse un “pagherò” senza fine di cui nessuno ricorda più l’emittente originario? Se fosse, invece, un dispositivo relazionale creato per permettere alle persone di relazionarsi tra loro in una struttura sociale ordinata? Anzi, se fosse l’unico strumento lasciato alle persone per instaurare i rapporti interpersonali, tutti uguali e gioco forza utili al mantenimento del sistema?
Un astensionista è uno che non vota come un no-vax è uno che non si vaccina: leggi, è un cazzo di eroe. I non voti degli astensionisti non vanno né ai partiti antisistema né ai partiti soliti. Un non voto di un astensionista non perpetua il sistema né lo danneggia. Un non-voto fa la stessa cosa che fa un voto, cioè niente. Piantatela di rompere i coglioni. Volete il mio voto? Mettete sul simbolo o almeno nel programma la testa di Draghi, o Speranza, o Conte, su una picca e io vi porto il voto e la picca stessa. 150.000 morti reclamano giustizia, non elezioni. O almeno le Furie.
Paradosso della tolleranza di Popper: non è tolleranza la tolleranza degli intolleranti. È di nuovo quell’ideologia di controllo che i più chiamano “buonismo” e che è una banalizzazione infantile di qualsiasi situazione complessa, atta a fornire alle masse una contrapposizione manichea in cui sia evidente la posizione del “bene” rispetto a quella del “male”. Alle masse è richiesto di fare il tifo per una posizione, non di prendere una posizione con l’informazione e l’analisi.
Nell’antica lingua, che solo i draghi conoscono, ogni cosa ha un nome autentico e conoscere il nome di qualcosa in lingua dei draghi significa avere il completo potere su di essa. Io non so se questo Draghi vi parli nell’antica lingua – sembra di sì – ma io che siete idioti ve lo dico in italiano.